Carmela è come la vite, robusta ma può pigliare fuoco o malanni, sotto il terreno è dura e resistente, ma ha bisogno di cure.
Ma che dici Zì Marì, io parlo di donne e tu mi parli di piante?
Maria stava separando le olive da conciare, non alzò lo sguardo mentre rispondeva e la voce pareva che venisse da lontanissimo e rimbombava come in una chiesa:
Lo sa tutto il mondo che ti piace, parli da solo da giorni, Carmela è vite, se attecchisce mantiene insieme una collina e fa la cosa più preziosa del modo con l’oliva, l’uva.
La convinci tu a mettere radici con me, Zi Marì?
Dalle vino. Vino rosso, alla festa del paese di sabato.
Ne avrebbe acchiappati di schiaffoni, pensava, non era per niente convinto, ma era disposto a tutto, pure ad ascoltare la vecchia.
E poi quegli occhi hanno il colore della brace e gli erano entrati fino a dentro le viscere, tanto che non dormiva da giorni.
Doveva fare qualcosa.
Aspettò che Carmela finisse di ballare e cantare con quelle gambe agili, e i capelli che danzavano al vento. Si avvicinò con un bicchiere di Aglianico dicendo:
Non mi guardare, che se no mi manca il coraggio, chiudi gli occhi e bevi, è fresco di cantina.
Carmela scostò con uno sbuffo i capelli che gli cadevano sul viso e ridusse gli occhi ad una fessura dicendo piano:
Non sei uno sconosciuto Carmine, solo per questo bevo.
Si allontanarono quella sera. C’erano le stelle e la luna nuova e i campi odoravano di notte e sogni. Carmine promise che avrebbe piantato una vigna e avrebbe costruito una casa per lei.
Zia Maria non sbagliava, Carmine si prese cura di Carmela, che entrò a fondo nella terra, così famiglia e vigna prosperarono.
Suo figlio Giovanni conquistò Rosa con un vino bianco fruttato, quello che veniva dall’uva dei vitigni ad est. Insieme portarono il nome di Cantine Cardaropoli nelle case di tutta la zona.
Sono 70 anni che facciamo vino, e lo facciamo per chi ama.